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Cloud? Un’economia e non solo una tecnologia. Al via “Touchpoint”, Campania Dih e Tim a servizio delle Pmi campane

Il settore legato al Cloud chiuderà l’anno con un giro d’affari che supera 4,5 miliardi di euro, con una crescita del 18% anno rispetto al 2021. “Siamo nel pieno di una trasformazione del modo stesso di fare business. La digitalizzazione è una questione molto complessa, esistono tante soluzioni e non una sola. Il cloud è tra le tecnologie prioritarie perché costituisce la premessa per ogni altra innovazione non solo in azienda ma anche nella pubblica amministrazione, per il beneficio di tutti”. Così Edoardo Imperiale, amministratore Delegato del Campania Digital Innovation Hub, in occasione dell’incontro “The Cloud Economy”, promosso giovedì 3 novembre da Campania Dih in collaborazione con Tim a Palazzo Partanna, presso Unione Industriali Napoli.

L’incontro, organizzato nell’ambito delle attività del neonato progetto PRIDE – Polo Regionale per l’Innovazione Digitale Evoluta, è stata anche l’occasione per lanciare il servizio Touchpoint, uno “sportello” a cura di Tim, presente sul sito del Campania DIH e aperto a tutte le aziende del territorio regionale interessate all’adozione di servizi connessi a piattaforme cloud. “Basta un click – spiega Antonio Palumbo, Head of Southern Italy Medium Market TIM – per ottenere una consulenza volta a valutare la maturità digitale di ogni singola impresa e disegnare, insieme a essa, le soluzioni necessarie”. “Il cloud è un’economia e non una tecnologia. Insieme al 5G – ha continuato Palumbo – il Cloud è essenziale alla transizione digitale di ogni realtà d’impresa. Senza tali strumenti diventa difficile, se non impossibile, pensare di rimanere competitivi”.

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A sottolineare la necessità di competere un cambio di passo, anche culturale, in direzione della competitività e dell’innovazione è Maurizio Manfellotto, presidente del Campania DIH. “Tutti dobbiamo portare al massimo le nostre competenze. Occorre una definizione strategica e molta pragmaticità, dobbiamo lavorare insieme per trarre valore da un mercato in crescita. Il Campania DIH è a disposizione delle aziende e della Pubblica amministrazione per favorire l’adozione dei cambiamenti organizzativi e infrastrutturali necessari. Abbiamo le competenze, occorre coraggio e fiducia”.

Anche il comparto delle Pmi ha recentemente realizzato un passo avanti. Nel 2022, infatti il 52% delle Pmi adotta almeno un servizio cloud (+7% rispetto al 2021) e complessivamente la spesa cloud delle Pmi crescerà, entro la fine del 2022, del 24%, attestandosi a un valore di 351 milioni di euro. Per affrontare le nuove sfide di sostenibilità, economica e ambientale, l’ecosistema cloud dovrà fare un salto culturale e di competenze che deve coinvolgere tutti gli stakeholder.

Tim ha 16 Datacenter, 6 dei quali ospitano le strutture Google. “Nei nostri datacenter – ha spiegato nel suo intervento Claudio Ricci, Head of Cloud Marketing TIM –  è ospitata la “magia” di Google e delle sue soluzioni cloud. L’utilizzatore vede una semplice console in cui poter attivare e disattivare risorse di ogni tipo. È possibile configurare in pochissimi minuti un pezzo di infrastruttura o un servizio complesso. La collaborazione con Google ci ha favorito nell’indirizzare questi temi e servizi in Italia. I DIH in giro per l’Italia hanno ruolo fondamentale per aiutarci per coprire i gap esistenti”.

“Non vediamo il cloud come una tecnologia – ha detto Alessandro Romagnoli, Head of SMB Google Cloud & TIM partnership – ma come il cambio di paradigma trasformativo.Velocità e flessibilità della tecnologia consentono, per esempio, di fare analisi sul comportamento degli utenti in tempo pressoché reale e ciò consente di differenziarsi, di dare quel qualcosa in più che domani potrà diventare una richiesta dei futuri clienti”.

Sul ruolo strategico del Cloud come strumento di trasformazione della Pa ha parlato Massimo Bisogno, Direttore Ufficio Speciale per la crescita e la transizione al digitale presso Regione Campania. “Siamo in collegamento con Dipartimento trasformazione digitale. La missione 1 del PNrr, come sappiamo, ha creato un link diretto tra Ministero e Comuni, bypassando completamente la filiera istituzionale. In Campania abbiamo provato a fare massa critica con una azione significativa sui Comuni per standardizzare la domanda e contare di più. Altro aspetto da considerare è quello di agire insieme anche sui fornitori. Chi tiene la barra in questi processi non è il funzionario pubblico, sono i fornitori coloro che governano i processi di cambiamento. La Pa deve diventare un territorio in cui la crescita possa essere misurata e controllata”.

Nel corso dell’incontro Edoardo Imperiale, Ad del Campania Dih ha anche ricordato gli obiettivi del neonato Pride, tra i 13 European Digital Innovation Hub italiani finanziati dalla Commissione Europea. Coordinato dal Campania Digital Innovation Hub – Rete Confindustria Scarl, nel ruolo di capofila, l’EDIH PRIDE è formato da un partenariato industriale e scientifico composto dal Consorzio “Meditech – Mediterranean Competence Center 4 Innovation”, dal Cerict – Centro Regionale di Competenza nell’ICT, e dall’ICAR– Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni del Cnr.

“Abbiamo il compito di sostenere – ha spiegato Imperiale – la trasformazione digitale di 350  imprese campane con particolare riferimento alle PMI operanti nei settori strategici regionali – Aerospazio, Automotive, Ferrotranviario, Filiera Moda, Agroalimentare, Energia, Ambiente, Biotech, Salute  e di 10 PA locali e gestori di pubblici servizi. Gli interventi a supporto del territorio saranno sviluppati attraverso l’adozione delle tecnologie avanzate digitali previste dal Programma Europa Digitale: Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni, Sicurezza Informatica”.

L’offerta dei servizi di PRIDE si basa su un partenariato industriale e scientifico unico e può contare su dimostratori tecnologici, tecnologie abilitanti industry 4.0, competenze accademiche e manageriali messe a disposizione in modo integrato dai quattro partner.

A supporto della trasformazione digitale delle imprese, Pride offre servizi di: Test e sperimentazione: con il supporto di esperti di Industria 4.0; Formazione e sviluppo di competenze digitali; Sviluppo dell’ecosistema regionale per la digitalizzazione; strumenti finanziari per l’innovazione.