“Il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia, trend di crescita ed investimenti” il titolo dell’intervento del Ceo del Campania Dih-Rete Confindustria, Edoardo Imperiale, all’appuntamento ‘Bussola: Nuove rotte verso il futuro. L’AI in azienda. Sfide e opportunità per le relazioni industriali ed impatto sull’industria’.
Presso l’Unione Industriali di Napoli ed organizzato dalla Sezione Terziario avanzato dell’Unione.
Imperiale ha ricordato che “alcuni tipi di intelligenza artificiale esistono da più di 50 anni, ma i progressi nella potenza dei computer, la disponibilità di enormi quantità di dati e lo sviluppo di nuovi algoritmi hanno portato a grandi balzi in avanti nella tecnologia negli ultimi anni”.
Nel corso dell’intervento passaggi, per analizzare le novità più recenti, su ChatGPT, un chatbot basato su intelligenza artificiale e apprendimento automatico, sviluppato da OpenAI e specializzato nella conversazione con un utente umano ed ancora sulle sfide principali da affrontare.
“Il 2024 si preannuncia -ha detto – un anno cruciale per l’intelligenza artificiale, con trasformazioni radicali che influenzeranno diversi ambiti tra cui il mondo del lavoro e la proprietà intellettuale”.
Nell’intervento sottolineati alcuni fra i principali aspetti del tema
- L’intelligenza artificiale permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere problemi, e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati (già preparati o raccolti tramite sensori, come una videocamera), li processa e risponde.
- Negli ultimi anni, l’Artificial Intelligence (AI) ha acquisito un ruolo centrale nella trasformazione digitale del nostro mondo, influenzando una vasta gamma di settori, dall’industria all’assistenza sanitaria, dalla mobilità alla finanza. Inevitabilmente, questa rapida evoluzione ha reso sempre più necessario e urgente una regolamentazione della tecnologia, che per sua natura (cioè la capacità di prendere decisioni e auto-apprendere) porta con sé implicazioni etiche importanti e delicate.
- L’intelligenza artificiale è uno dei grandi temi del momento, certamente per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico, aziendale, il mondo del lavoro, i profili etici. Non è un caso se persino nel summit dei 7 Grandi in Puglia se ne sia parlato e abbia preso la parola in proposito anche il Pontefice.
Dopo aver fatto riferimento a questi aspetti l’attenzione sulla necessità di regolamentare e disciplinare.
“L’IA è centrale – ha spiegato – per la trasformazione digitale della società ed è diventata una delle priorità dell’UE. Da aprile 2021 l’UE sta lavorando al cosiddetto AI Act, un primo quadro normativo sull’Artificial Intelligence, che è stato approvato ufficialmente il 13 marzo 2024 e per cui si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale”.
L’obiettivo dell’AI Act è assicurare che i sistemi AI utilizzati all’interno dell’Unione Europea siano completamente in linea con i diritti e i valori dell’UE, garantendo il controllo umano, la sicurezza, laprivacy, la trasparenza, la non discriminazione e il benessere sociale e ambientale.
Imperiale ha ricordato che il Regolamento sull’IA stabilisce 4 livelli di rischio secondo cui categorizzare le applicazioni AI, che dovranno di conseguenza essere sottoposte a livelli diversi di monitoraggio.
Imperiale ha consegnato esempi e numeri. Secondo Forbes le dimensioni del mercato dell’intelligenza artificiale dovrebbero raggiungere i 407 miliardi di dollari entro il 2027 ed entro il 2033 l’AI produrrà un aumento del PIL globale pari al 7%.
Le principali statistiche sull’intelligenza artificiale raccontano, fonte Forbes, che l’AI è destinata a registrare un tasso di crescita annuale del 37,3% tra il 2023 e il 2030, che l’impatto dell’AI sul mondo del lavoro prevede che molti debbano cambiare competenze, aumentare la formazione. Oltre il 60% degli imprenditori ritiene che l’AI migliorerà il rapporto con i clienti e le prosspettive di crescita.
In Italia, in maniera particolare, il mercato dell’IA cresce notevolmente. Nel 2023 segna +52% raggiungendo il valore di 760 milioni di euro. Da qui a 10 anni le nuove capacità delle macchine potrebbero svolgere il lavoro di 3,8 milioni di persone. Sei grandi imprese italiane su 10 hanno già avviato qualche progetto di IA. Sono, questi, i risultati della ricerca dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano, presentata il 01 febbraio 2024.
Nella parte finale dell’intervento Imperiale ha raccontato la mission del Campania Digital Innovation Hub – Rete Confindustria Scarl ed ha esalato il ruolo del partenariato robusto che anima l’esperienza.
“La mission del Campania DIH è – ha sottolineato – accompagnare le imprese durante il percorso di trasformazione digitale incentrato sulle tecnologie digitali e sui nuovi modelli di business in grado di migliorare la loro competitività”.
Alle imprese ed ai professionisti presenti ha parlato, poi, di P.R.I.D.E.
Il “Polo Regionale per l’Innovazione Digitale Evoluta” che è entrato a far parte della rete dei 13 European Digital Innovation Hubs (EDIH), cui la Commissione Europea ha deciso di affidare: “il compito di assicurare la transizione digitale dell’industria, con particolare riferimento alle PMI, e della pubblica amministrazione attraverso l’adozione delle tecnologie digitali avanzate, Intelligenza Artificiale, Calcolo ad Alte Prestazioni, Sicurezza Informatica”.