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Quanto e come impatterà l’IA sulla PA? Ecco cosa pensano i cittadini italiani

Nei giorni scorsi il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge sull’Intelligenza artificiale che, come si legge nel comunicato stampa del governo, regola l’utilizzo dell’IA in diversi settori, tra cui quello della pubblica amministrazione “per garantire il buon andamento e l’efficienza dell’attività amministrativa dando centralità al principio dell’autodeterminazione e della responsabilità umana”. Ma i cittadini come vedono l’impatto dell’IA nel settore pubblico? Ecco cosa ci dice l’edizione di marzo di Barometro PA l’indagine bimestrale promossa da FPA, in collaborazione con l’Istituto Piepoli, finalizzata a rilevare periodicamente la percezione che i cittadini italiani hanno dei processi di innovazione in atto nella pubblica amministrazione

L’aspettativa crescente per l’adozione dell’Intelligenza Artificiale nella pubblica amministrazione italiana è mitigata dallo scetticismo di una parte significativa dei cittadini, ma soprattutto manca ancora una consapevolezza diffusa di quali potrebbero essere gli effetti di questa vera e propria rivoluzione nel settore pubblico. Possiamo sintetizzare così i risultati dell’edizione di marzo della nostra indagine Barometro PA, che ogni due mesi rileva la percezione di un campione statisticamente rappresentativo della popolazione italiana sui processi di innovazione in atto.

I risultati dell’indagine

In questa seconda indagine abbiamo chiesto quanto sarà rilevante l’impatto dell’IA nelle nostre pubbliche amministrazioni. Quasi un quarto dei cittadini italiani, il 24%, ritiene che l’intelligenza artificiale sarà molto importante per potenziare la nostra PA. Una quota leggermente più ampia, il 26%, considera l’intelligenza artificiale una tecnologia paragonabile ad altre, prevedendo che avrà un impatto limitato sul funzionamento della PA italiana. Il 20% ritiene che l’intelligenza artificiale non sia “per nulla” rilevante nella PA, attribuendo questa percezione alla mancanza di preparazione della pubblica amministrazione nell’accogliere e gestire le significative trasformazioni che l’IA porterà. Infine, poco meno di un terzo dei cittadini (il 30%) non ha espresso un’opinione, evidenziando incertezza o scarsa conoscenza del tema.

Passando poi ad analizzare i settori potenzialmente impattati dall’intelligenza artificiale, abbiamo chiesto a quel 24% che ritiene l’IA molto importante per rafforzare la PA su quali aspetti questa potrebbe produrre maggiori benefici. La scelta più diffusa è stata la semplificazione e l’inclusività del linguaggio tecnico-normativo (37%), seguita dal miglioramento e accelerazione del processo decisionale (34%) e dall’ottimizzazione dell’efficienza organizzativa e potenziamento della produttività personale (33%), mentre solo il 12% ritiene che l’IA rappresenti un valido mezzo per selezionare con maggiore efficacia le figure professionali e le competenze necessarie all’interno delle nostre pubbliche amministrazioni.

Emerge quindi come, nonostante si parli molto dell’impatto dell’intelligenza artificiale in tutti gli ambiti della nostra vita, l’utilizzo nel mondo pubblico non sia ancora visto come centrale da parte dei cittadini e in moltissimi casi non ci sia proprio consapevolezza di cosa questo potrebbe comportare, se riprendiamo il dato non trascurabile per cui poco meno di un terzo degli intervistati ha preferito non esprimere un’opinione sul tema.

Consulta l’indagine 

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